Nella corsa alla decarbonizzazione molte speranze sono riposte nell’idrogeno. Esso non è considerato una fonte di energia ma un vettore di energia : immagazzina e fornisce quantità enormi di energia senza produrre anidride carbonica. Allo stato gassoso è un buon combustibile: quando viene bruciato produce solo acqua non CO2, si può usare nelle celle a combustibile per produrre elettricità, ma genera una quantità di calore, espressa in Joule al chilogrammo, che è 2,6 volte superiore rispetto a quella prodotta bruciando il
metano. Per produrre idrogeno ,però ,occorrono ingenti quantità di energia. Per separare elettricamente l’idrogeno dalle molecole d’acqua, Si ricorre all’energia solare all’uso del vapore per estrarre l’idrogeno dal gas metano. Costi elevatissimi.
In natura non si trova quasi mai allo stato molecolare puro si lega sempre ad altre sostanze . Quando non è legato ad altri composti, è un gas incolore che tende a disperdersi. Per questo quando si trova dell’idrogeno puro imprigionato nel sottosuolo si accendono grandi interessi e speranze.
In una miniera di cromo a Bulqizë in Albania, a nordest di Tirana, a 600 metri di profondità un gruppo di ricercatori incuriositi da alcune esplosioni hanno scoperto qual era la causa di quelle esplosioni: gas idrogeno quasi puro.Gli scienziati si sono trovati di fronte una specie di Jacuzzi naturale che ribolliva: circa l’84% del gas era idrogeno e da quella miniera ne escono almeno 200 tonnellate l’anno. Una quantità da record mondiale. SI stima che la miniera contenga un totale di 5.000-50.000 tonnellate di vapore volatile Se si trovassero molti giacimenti di idrogeno intrappolato nel sottosuolo la transizione energetica subirebbe una forte accelerazione

