Neanche i migliori esperti della “disinformazia” russa potevano fare di meglio rispetto al capolavoro che è stato operato dalla destra nello stravolgimento del Manifesto di Ventotene. Meloni&co si sono dedicati chirurgicamente a isolare solo ciò che di quel testo è morto-perché datato, confuso, posizioni da cui anche lo stesso Spinelli e Rossi nel corso della loro vita presero le distanze.
Ma la destra ha, furbescamente, taciuto ciò che è vivo di quel testo.
Si tratta di quei brani per i quali quel Manifesto viene citato, in Italia e all’estero, e che- legittimamente- Meloni ha tutto il diritto di criticare e di commentare dicendo: “non è questa la mia idea di Europa”. Invece no.
Non solo i seguaci di Meloni ma anche un codazzo di giornalisti e opinionisti sempre pronti a mettersi dalla parte di chi rompe i cristalli, in nome di una sorta di garantismo esasperato dell’errore, si sono affrettati a sparlare del Manifesto di Ventotene facendo apparire i firmatari come degli sfessati marxisti-leninisti. A parte Colorni-che fu trucidato dai fascisti della banda Koch-la vicenda politica di Spinelli e Rossi fu tutt’altro che una lotta per la dittatura del proletariato e altre cianfrusaglie che pure sono contenute nel Manifesto.
Peraltro, ad Altiero Spinelli è intitolato uno dei palazzi del Parlamento europeo che Meloni frequenta da anni -e forse dovrebbe chiedersi perchè mai quel palazzo sia stato intitolato ad uno sfessato marxista-leninista come lo ha fatto apparire in Parlamento.
Chi ha qualche minuto di pazienza può leggere questi brani del Manifesto, che ho selezionato. Rappresentano ciò che è vivo di quel testo. Gli europeisti seri avrebbero fatto bene a leggere ripetutamente in Parlamento come risposta al comizietto della presidente del Consiglio. Eccoli
In questo brano si critica lo stravlgimento dell’idea di nazione
“La nazione non è più considerata come lo storico prodotto della convivenza degli uomini, che, pervenuti, grazie ad un lungo processo, ad una maggiore uniformità di costumi e di aspirazioni, trovano nel loro stato la forma più efficace per organizzare la vita collettiva entro il quadro di tutta la società umana. E’ invece divenuta un’entità divina, un organismo che deve pensare solo alla propria esistenza ed al proprio sviluppo, senza in alcun modo curarsi del danno che gli altri possono risentirne. La sovranità assoluta degli stati nazionali ha portato alla volontà di dominio sugli altri e considera suo “spazio vitale” territori sempre più vasti che gli permettano di muoversi liberamente e di assicurarsi i mezzi di esistenza senza dipendere da alcuno. Questa volontà di dominio non potrebbe acquietarsi che nell’egemonia dello stato più forte su tutti gli altri asserviti.“
In questo brano si condanna la filosifa mercanitilistcia che…oggi ispira la guerra dei dazi…
“I più evidenti concetti della scienza economica debbono essere considerati anatema per presentare la politica autarchica, gli scambi bilanciati e gli altri ferravecchi del mercantilismo, come straordinarie scoperte dei nostri tempi. A causa della interdipendenza economica di tutte le parti del mondo, spazio vitale per ogni popolo che voglia conservare il livello di vita corrispondente alla civiltà moderna, è tutto il globo; ma si è creata la pseudo scienza della geopolitica che vuol dimostrare la consistenza della teoria degli spazi vitali, per dare veste teorica alla volontà di sopraffazione dell’imperialismo.”
Ecco i brani più in cui è contnuta la visine degli Stati Uniti d’Europa
“Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani
Gli spiriti sono giù ora molto meglio disposti che in passato ad una riorganizzazione federale dell’Europa.”
“E quando, superando l’orizzonte del vecchio continente, si abbracci in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l’umanità, bisogna pur riconoscere che la federazione europea è l’unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l’unità politica dell’intero globo”.
“La linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come campo centrale della lotta quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l’unità internazionale.”
“Occorre fin d’ora gettare le fondamenta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un largo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali, spazzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari, abbia gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni, dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consente una plastica articolazione e lo sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli.”
“Un’Europa libera e unita è premessa necessaria del potenziamento della civiltà moderna, di cui l’era totalitaria rappresenta un arresto. La fine di questa era sarà riprendere immediatamente in pieno il processo storico contro la disuguaglianza ed i privilegi sociali.”