Capire cosa ha in mente Trump in politica estera è operazione titanica per almeno tre motivi: non dice quasi mai la verità, cambia spessissimo idea, decide sulla base di calcoli economici che di razionale hanno ben poco.
Ma cerchiamo di capire cosa gli frulla nel cervello nei confronti di Putin.
Lo ha blandito, lo ha omaggiato con lunghe telefonate e un’accoglienza spropositata in Alaska, gli ha chiesto una tregua per l’Ucraina, lo ha minacciato di sanzioni: sono passati 9 mesi, Putin va per la sua strada e Trump si lamenta di Putin come un fidanzato non corrisposto: “Mi ha molto deluso” ripete senza trarne le conseguenze.
Mai un Presidente Usa era stato così ripetutamente umiliato-per sua stessa ammissione- da un capo del Cremlino senza reagire. E qui c’è qualcosa che non torna.
Dopo il vertice in Alaska la Russia ha iniziato una sistematica azione di provocazioni con sconfinamenti di droni e aerei militari in particolare nei cieli dei Paesi baltici, della Danimarca della Polonia, della Romania. Nessun attacco ma una continuo pressione piscologica che mira a far saltare i nervi agli alleati europei della Nato.
Contemporaneamente Trump ha cambiato rotta sull’Ucraina, ha spronato Zelensky a riprendersi i territori occupati e ha autorizzato vendite di armi a Kyiv e uso di missili americani a lunga gittata anche su obiettivi militari in territorio russo.
Le due cose non sono coerenti.
I casi sono due: o Trump ha perso davvero la pazienza nei confronti di Putin (cosa poco probabile, altrimenti il Presidente Usa avrebbe reagito con durezza alle violazioni di spazi aerei europei e non se ne sarebbe uscito dicendo: abbatteteli se volete ma io non intervengo ) oppure lui e Putin si sono accordati sottobanco. E quando Trump dice di essere deluso da Putin mente spudoratamente
L’accordo potrebbe essere questo: Trump ha assicurato a Putin che l’America si disimpegnerà dall’Europa anche se non potrà uscire dalla Nato ( servono i voti di due terzi del Congresso Usa); gli ha garantito che non darà più un dollaro a Zelensky, ma che non potrà togliergli subito il supporto di intelligence per non subire contraccolpi nella collaborazione con altre intelligence occidentali e per non svelare il suo gioco; gli ha promesso che da Washington non verranno gesti ostili verso Mosca e che insieme Usa e Russia dovranno giocare le loro carte in Medio Oriente (non si sa come visto che Mosca appoggia l’Iran nemico numero 1 di Israele)
In cambio cosa avrà chiesto? Ci saranno stati scambi economici tra i due e anche l’ipotesi di costruire Trump towers in Russia? Ma questo non può bastare. Trump avrà ottenuto vaghe promesse da Putin che il suo rapporto con Pechino potrà allentarsi quando la guerra sarà finita , naturalmente con la vittoria della Russia. Ma Trump ha fretta di portare a casa il distacco di Mosca da Pechino
Per questo incita l’Ucraina a combattere e l’Europa a sostenere l’Ucraina , acquistando armi americane. Solo così la Russia sarà costretta a chiudere la guerra per non soccombere economicamente, gli avranno spiegato i pochi esperti che ascolta.
Se le cose sono andate così, Trump ha di fatto dato via libera a Putin a continuare a fare scorribande nelle aree più deboli dell’Europa, a intensificare la guerra ibrida per estendere la sfera di influenza di Mosca su paesi come la Moldavia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Romania , la Serbia. Tanto l’America si farà i fatti suoi e non alzerà un dito. Morale della favola?
Nella migliore delle ipotesi, Trump ha svenduto l’Europa alla Russia in cambio di una vaga promessa che Mosca allenterà i suoi rapporti con la Cina. Nella peggiore delle ipotesi, Trump si è accontentato di molto meno. Forse perchè rispetto a Putin -come dice lui- “non aveva le carte in mano”.

