Non c’è pace, e non c’è certezza, per i centri di Shengjin e Gjader.A un anno dalla loro apertura il loro utilizzo è stato ridotto a pochissime attività. E ora sembra paralizzato per i prossimi mesi dopo la decisione della Corte di Cassazione che ha rinviato alla Corte di Giustizia europea del Lussemburgo ogni valutazione se sia possibile trattenere due stranieri senza accordo con il Paese di origine e in presenza di domanda di protezione internazionale.
Questa scelta giunge dopo una serie confusa di decisioni prima dei tribunali ,poi delle Corti di Appello poi della stessa Cassazione che solo un mese fa aveva equiparato il Cpr di Gjader a quelli italiani.
La Cassazione pone due questioni relative ad un migrante irregolare e a un richiedente asilo che ha chiesto la protezione internazionale quando si trovava nel centro di Gjader.
Dalla Corte del Lussemburgo i supremi magistrati italiani chiedono di sapere se la Direttiva 115/2008( Direttiva rimpatri) sia in contrasto con la legge che ha recepito il protocollo Italia-Albania e che autorizza il governo italiano a trasferire a Gjader migranti che hanno ricevuto provvedimenti di trattenimento, anche se non è presente alcuna prospettiva concreta di rimpatrio.
La Corte del Lussemburgo avrebbe dovuto esprimersi sul tema dei Paesi sicuri entro maggio, ma, a quanto pare, la decisione slitta a dopo l’estate.
Difficilmente la Corte prenderà una decisione sulla richiesta della Cassazione nelle prossime settimane. Dunque per Gjader l’incertezza continua. Mentre infuriano le polemiche dell’opposizione contro lea politica migratoria del Governo Meloni.