Il modello Roma-Tirana incuriosisce  anche Londra

Il modello Roma-Tirana incuriosisce  anche Londra

Ancora qualche settimana e poi i due centri di Shengjin e Gjadër cominceranno a funzionare. Un anno dopo l’accordo tra Edi Rama e Giorgia Meloni si avvicina l’ora della verità  per l’esperimento più originale mai tentato in Europa per gestire una parte importante del complesso problema dell’immigrazione clandestina.

Il modello Italia-Albania incuriosisce altri Paesi alle prese con il problema. Il  neo Primo Ministro di Londra Starmer ha voluto saperne di più. Il leader laburista britannico e la leader della destra italiana ne hanno discusso a Roma in un’atmosfera di collaborazione e senza pregiudizi legati a schieramenti politici opposti. Questo dimostra che, se si evitano strumentalizzazioni di tipo elettorale sull’immigrazione, il buon senso può aiutare destra e sinistra a trovare posizioni comuni ragionevoli.

Il Regno Unito aveva progettato di fare qualcosa di simile quando era governato dai Conservatori. Ma aveva scelto un Paese dell’Africa, il Ruanda, lontanissimo dall’Europa e non proprio un modello di democrazia. Il Presidente Paul Kagame è in carica dal 1994, quando finì l’orribile genocidio in cui furono sterminate circa 1 milione di persone, e governa il suo Paese con un pugno di ferro e  con un regime a partito unico.

Starmer ha bocciato la scelta del Ruanda ma non ha per questo ammorbidito la linea di forte contrasto contro l’immigrazione irregolare, gestita da spietati trafficanti di esseri umani.

 “Il modello che il governo italiano ha immaginato, di centri per processare le richieste di asilo sotto giurisdizione italiana ed europea in un Paese straniero, non era stato sperimentato: se funziona e io credo funzioni, tutti capiscono che c’è una chiave di volta anche per l’elemento di deterrenza ad affidarsi ai criminali” Così Giorgia Meloni ha spiegato  il senso della scelta italiana che è stata molto contestata dalle opposizioni e da alcuni giornali che prefigurano  scenari apocalittici, lager , trattamenti disumani etc. 

Persiste un doppio pregiudizio: il primo verso il governo italiano che, essendo di destra, viene immaginato come poco rispettoso dei diritti umani: ma i centri in Albania dovranno rispettare le norme internazionali, europee e italiane che non consentono comportamenti disumani. 

Il secondo pregiudizio riguarda l’Albania. Persiste ancora l’immagine distorta di questo Paese descritto ingiustamente come uno stato privo di regole, in cui dominano clan violenti e lo Stato è assente. Si tratta di una serie di falsità offensive verso un popolo e uno Stato amico dell’Italia che merita invece più rispetto da parte italiana. L’Albania è una democrazia molto più solida e regolata di quel che si pensa. Sta facendo fatto passi da gigante nell’avvicinarsi ai modelli più consolidati delle democrazie occidentali. L’esperimento voluto da Meloni e Rama può essere l’occasione per facilitare una collaborazione anche istituzionale tra due Paesi amici che hanno nell’Europa  e nell’Alleanza atlantica due punti di riferimento importanti. E l’interesse di Londra dimostra che l’esperimento di Shengijn e Gjader  potrebbe essere riprodotto anche altrove.

Articoli correlati

Lascia un commento